LOYTEC è una società austriaca nata da uno spinoff universitario a Vienna e 8 anni fa acquisita dalla multinazionale Delta Electronics, azienda che da sempre ha investito in tutte le attività di automazione legate all’energia e alla connettività.
L’intervista a Paolo Laganà, Sales Manager Italy LOYTEC:
Dal 2000 a oggi, il catalogo dell’azienda si è arricchito di prodotti, gateway e router, seguendo di pari passo l’evoluzione tecnologica del settore al quale si è votata: il BMS con la fornitura della infrastruttura di rete. E se nel 2000 ipotizzare una infrastruttura del genere su IP era una eresia e, comunque, una eccezione da università, oggi la parola magica è ”digitalizzazione”: questo comporta una adeguata infrastruttura di rete che deve poter supportare i diversi protocolli per garantire l’indispensabile “integrazione”, altro termine sempre ricorrente nella tecnologia perché alla base della convergenza tra le diverse piattaforme applicative di gestione dei dati, dalla sicurezza al monitoraggio energetico e quant’altro.
Quale visione avete del concetto di smart city e come vi inserite come azienda in questo processo di cambiamento in atto?
Il termine “smart city” è abbastanza difficile da definire, ma sicuramente una smart city richiede tanta connettività per una gran mole di sensori.
La smart city fino a pochi anni fa sembrava una utopia: comunque, è una di quelle sfide tecnologiche che LOYTEC ama affrontare e nella quale possono concretizzarsi gli sforzi nella direzione del supporto totale ai protocolli di comunicazione in ambito BMS. D’altra parte, il modello tecnologico della smart city necessita di un EDGE LAYER di connessione tra il campo e le reti dati: appunto standardizzazione, supporto nuove tecnologie come l’IoT e visione del futuro. Tutto questo è LOYTEC.
Dal vostro punto di vista quali sono un punto di debolezza e un punto di forza dei progetti italiani di smart city e che consiglio dareste ad un Sindaco?
Il concetto di smart city, dal nostro punto di vista, porta a pensare alla tecnologia più avanzata e quindi è indispensabile che le amministrazioni comunali sappiano identificare le giuste persone di riferimento per farsi guidare in questo ambito così complesso e specializzato: meno peso alle tessere di partito e più ai curricula tecnici appropriati.
A livello personale, aggiungerei che il concetto di smart city probabilmente va oltre le innovazioni tecnologiche o, meglio, le dovrebbe indirizzare per un concreto miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e l’efficienza energetica è un bene comune importantissimo. Insomma, la smart city non è una opportunità di business del momento, ma un obiettivo da raggiungere: adesso c’è da investire, non da farci speculazioni con le solite multinazionali.